Storia e leggenda si mescolano nel risalire alle origini del Wing Chun Kung Fu.
Il monastero buddista di Siu Lam (Shaolin), situato sul monte Sung nella Provincia Honan della Cina centrale, fu fondato nel V secolo d.C.
I monaci, oltre alla preghiera ed alla meditazione, forse per compensarla o armonizzarla con la pratica corporea, erano dediti alle arti del combattimento con e senza armi.
LA LEGGENDA
Nel XVII secolo, all’epoca del governo della dinastia Ching, il monastero Shaolin fu distrutto da un incendio, probabilmente ad opera del Governo che non vedeva di buon occhio le famose abilità marziali ivi coltivate, e nel quale morirono la maggior parte dei monaci e dei laici esperti in combattimento.
Alcuni riuscirono però a fuggire, tra questi la monaca buddista Ng Mui ed il maestro Chi Shin, uno dei Cinque Anziani, insegnante della maggior parte degli allievi ed esperto del “palo lungo”.
Ng Mui si rifugiò nel Tempio della Gru Bianca (White Crane) sul monte Tai Leung, dove poté dedicarsi indisturbata all’arte marziale ed alla meditazione.
Chi Shin assunse l’identità di cuoco su una giunca rossa, tipica imbarcazione che trasportava gruppi di attori teatrali.
Nell’intento di creare una nuova e più efficace arte marziale ed ispirata dall’osservazione di un combattimento tra una volpe (o un serpente) e una gru, in cui la volpe (o il serpente) si avvaleva della velocità di spostamento e degli attacchi rapidi, mentre la gru mostrava sempre il fronte difendendosi con un’ala e contrattaccando col becco, Ng Mui ideò un sistema costituito di movimenti semplici ed adattabili, con un impiego più efficiente della forza ed una strategia metodica.
Sua principale allieva fu una ragazza di nome Yim Wing Chun, che ebbe modo di mettere in mostra le proprie capacità sconfiggendo un malfattore locale di nome Wong, esperto di Kung Fu.
Yim Wing Chun trasmise l’arte a suo marito Leung Bok Chau, il quale per renderle onore chiamò il sistema Wing Chun Kuen.
Leung Bok Chau trasmise le sue conoscenze a Leung Lan Kwai, medico ed erborista, che a sua volte le passò a Wong Wah Bo, un attore teatrale facente parte dei giovani della “giunca rossa”, per lo più dediti anche alle arti marziali.
Wong Wah Bo entra in contatto con Leung Yee Tei, marinaio sulla giunca rossa, allievo del Maestro Chi Shin, dal quale aveva anche appreso le tecniche con i bastoni lunghi, che egli prediligeva poiché era solito manovrare la giunca usando una lunga pertica.
Grazie all’interscambio di conoscenze tra Wong Wah Bo e Leung Yee Tei, il Wing Chun si arricchisce delle tecniche con il bastone lungo.
Leung Yee Tai insegnò il sistema a Leung Jan, medico ed erborista di Fatshan, nel sud della Cina, che divenne poi famoso per aver vinto innumerevoli sfide.
Leung Jan non aveva problemi economici, insegnava solo per avere qualcuno con cui studiare il sistema e perciò aveva pochissimi allievi, tra i quali i suoi due figli, Leung Tsun e Leung Bik, e Chan Wan Shun, un cambiavalute, al quale però evitò di insegnare le tecniche avanzate per timore che questi potesse sconfiggere i suoi figli.
Ma fu poi Chan Wan Shu, grazie alla predisposizione ed all’impegno, a diventare successore di Leung Jan, dimostrando come sia l’abilità e non l’ereditarietà a determinare la successione nel Wing Chun.
UNA STORIA PIÚ PLAUSIBILE
Il Wing Chun come lo conosciamo oggi é probabilmente il prodotto della tramandazione (tipicamente cinese con modello familiare ma non necessariamente parentelare) e dell’affinamento di diversi stili di kung fu con origine nell’area sud-occidentale della Cina e poi sviluppatosi in quella sud-orientale negli ambienti familiare, artistico e militare.
In quest’ottica lo stile sarebbe dovuto ad una successione selezionata di esperti, di estrazione sia monastica che militare.
L’adeguata estrazione sociale e culturale, quando presente, deve aver consentito la trasmissione anche degli importanti aspetti puramente teorici della disciplina.
LA STORIA RECENTE
Chan Wan Shun ebbe tra i suoi allievi un giovane Yip Man.
Più tardi Yip Man apprese da Leung Bik le parti di Wing Chun che non aveva.
Yip Man insegnò a numerosi allievi, tra cui Leung Sheung.
Leung Sheung é conosciuto come il primo degli allievi di Yip Man, nonché per la maestria nell’applicazione pratica del Wing Chun e le sue abilità superiori nel Chi-sau.
GM Leung Ting iniziò la pratica con Leung Sheung ed in seguito, dichiara egli stesso, é stato l’ultimo studente privato di Yip Man.
Dopo la morte del Gran Maestro, nel 1972 ha fondato la propria scuola, come molti altri allievi di Yip Man, dando origine al lignaggio WT.
OSSERVAZIONI E RIFLESSIONI
Il leggendario “Ti”, arte marziale appannaggio dei regnanti di Ryukyu nel XVII secolo, sembra avesse numerosissime analogie con alcune tecniche del WT: attacco e difesa in un unico movimento, usare la durezza e la forza dell’avversario per batterlo, dare all’aggressore la sensazione di attaccare il vuoto, aprire il torace per ottenere il massimo allungamento possibile degli arti, combinazioni contemporanee di gambe e braccia con spostamenti, piede anteriore usato per calciare assieme allo spostamento in avanti, tecniche di braccia che scattano contemporaneamente allo spostamento in avanti, prevalente uso delle mani aperte rispetto al pugno chiuso, flusso continuo di tecniche che si trasformano l’una nell’altra.
il Jukendo, sistema di boxe cinese di origine taiwanese diffusosi in Okinawa, esalta le caratteristiche dei sistemi morbidi ed interni, nonché adotta esercitazioni con un manichino di legno, similmente al Wing Chun.
Diversi maestri di Okinawa, tra cui il ben noto Gichin Funakoshi, promuovevano una pratica morbida in contrasto con quella rigida.
In particolare il leggendario maestro Kanryo Higaonna, che apprese sia il Ti che la boxe cinese, era accreditato per praticare un notevole lavoro negli spostamenti e con calci bassi e veloci, analogamente al WT.
Nello stile di karate Goju Ryu, da questi derivato, esiste una forma dura di “mani appiccicose”, detta “kakie”, che richiama vagamente il Chi-sau del Wing Chun.
Il Ling-Lum, antico stile di combattimento dela zona settentrionale tailandese, ha innumerevoli similitudini con il WT e, pur mancando del Chi-sau, pare comunque essere in grado anch’esso di sviluppare nel praticante buoni livelli di adattabilità.
Molti stili di kung fu del sud-est della Cina hanno in comune fra loro diversi elementi, fra cui il combattimento ravvicinato, l’entrata con le gambe nella posizione avversaria e l’uso delle braccia davanti al tronco senza lasciare varchi.
Nei trattati medievali europei sull’argomento e nella guardia della boxe “pre-guantoni” (introdotti nel 1865), sono riscontrabili notevoli analogie con le tecniche e le posture di Wing Chun.
In particolare, un pugile del passato, aspettandosi di ricevere un colpo a mano nuda o con guanto leggero, teme maggiormente gli effetti di ogni singolo colpo potenzialmente incassato e pertanto si mantiene più statico sulle gambe affidandosi a rapidi spostamenti nei momenti opportuni e non tenta di coprirsi con le braccia ma le utilizza in modo più “offensivo”, mantenendole leggermente più basse, accentrate e proiettate in avanti.
Fin da tempi antichissimi ed in tutte le aree geografiche del mondo, l’uomo ha praticato e codificato sistemi di lotta corpo a corpo per scopi pratici o ludici e, più recentemente, sportivi.
Si può quindi ritenere che tra essi ci possano essere state origini comuni o influenze reciproche, oppure che le migrazioni abbiano contribuito alla loro diffusione più o meno casuale, oppure ancora che persone diverse e lontane fra loro abbiano trovato soluzioni simili alle medesime problematiche, ossia quelle di difesa reale della persona.